Mio padre questa casa non l’ha mai vista ma quando sono qui penso spesso a lui. La strada verso l’Albergian, la luce del mattino, la concretezza delle persone che hanno ridato vita a questo spazio.
Nell’odore del legno che si insinua tra le narici, c’è un altro padre che sento accanto. Ha gli occhi di un grigio che sognavo ereditassero i miei bambini.
Mi basta un minimo sforzo di immaginazione e già li sento al piano di sotto parlare forte. Voci allegre, racconti lunghi a dividersi nipoti seduti sulle gambe.
Tante volte in questi anni mi sono chiesta come sarebbe andata se. Ora so che non era quella la domanda giusta. Conta di più sapere che tutto si può trasformare. Anche il dolore più grande.