In Didattica a Distanza, i bambini perdono i libri. Perdono lavoretti, prove Invalsi, perdono matite e gomme, il diario, il quaderno vecchio e persino la ricarica Frixion.
Non è possibile che si sia perso, penso io. Perché nessuno, in questo tempo sospeso, esce di casa con quello che serve per la scuola. Eppure, sento bambine e bambini incalzare maestre perché «non ho più il libro, non posso fare l’esercizio». Non è una scusa, hanno la voce rotta, si sente la preoccupazione dai loro microfoni. Penso alle mamme e ai papà (a volte sono i fratelli) dall’altra parte, che smontano librerie e scrivanie, svuotano e risvuotano lo zaino.
Ieri è stato il turno di G. «Maestra, non trovo più il gallo, non ce l’ho». Lei giustamente ripete che devono avere cura del materiale scolastico, custodirlo in un luogo vicino a dove svolgono le lezioni online. Mi affaccio in cucina, a terra ci sono due piccoli quadratini di carta. Non li vede perché si sono cacciati proprio sotto la sedia. Gli faccio cenno di guardare se il gallo è in uno di quei foglietti. È proprio lì.
Penso a quanto sia difficile, per la maestra, vedere soltanto i visi degli allievi. Penso che, a volte, quello che c’è sotto il banco racconta di più di quel che c’è sopra. Penso che in classe i compagni si accorgerebbero subito se qualcosa è caduto e nessuno avrebbe bisogno di cercarlo.