Mi piace chattare con M. Ha una sottile ironia, forse inconsapevole, che traspare tra un monosillabo e l’altro.
È assolutamente telegrafica. Se G. ha mal di pancia, tu le chiedi Come sta?, lei scriverà bene. E allora continui: Ma gli è passato? Sì.
Ritardo di mezz’ora, ok? (Dentro c’è il senso di colpa di lasciarli soli quasi un’ora). Lei, Pollicione.
Buon onomastico, le scrive la nonna con corredo fotografico selezionato a lungo per l’occasione.
Grazie.
Non c’è spazio per dettagli o sfumature. Ma c’è cura e dedizione nel correggere l’errore. È uscita una a al posto di una e? Puntuale arriverà la notifica con la vocale giusta.
Gif ed emoticon non vengono mai lasciati al caso. E se usi una sigla, è d’obbligo intervallare le lettere con un puntino.
Adoro scriverle TVTB. Perché, anche se non ricordo se I stia per Immensamente o Infinitamente, risponde sempre T.V.I.B.