La stanchezza delle mamme non è una somma di notti insonni. È tornare a casa alle 20, il tavolo spoglio, una cena da inventare e ancora tutte le liberatorie sul diario da compilare.
Io sottoscritta autorizzo la scuola, le nonne, gli zii e l’insegnante di musica a proporre attività ludiche e didattiche ai miei figli. Usate Internet e i fogli di carta, portateli nei vostri mondi, insegnategli a sbagliare e veleggiate lontano dalle mie routine. In cambio, sospendete il giudizio se dimenticherò il giorno di ginnastica o se fuori da scuola non avrò voglia di parlare. Concedetemi una tregua dall’ansia dei preparativi e i quaderni da comprare, misurate piuttosto la temperatura delle mie emozioni. Ché certe mattine la ragazzina che ero si mette in piedi e non scende più. Lasciatemi seduta al tavolo della cucina, i libri aperti e le gambe penzoloni. Fatemi dire sì senza pensare e per almeno un giorno esoneratemi da quel che è scritto sulla mia agenda.