A casa portiamo tutti e quattro gli occhiali. E spesso si rompono.
A me è successo nel caldo afoso di Ferragosto. Nel bagno piccolo di una stanza in affitto, mi è rimasta in mano la montatura. Spezzata in due, un taglio netto proprio al centro tra i due occhi. Niente lenti a contatto nel beauty della vacanza, soltanto lo scotch a tamponare.
A G. è toccato a scuola. La vite microscopica che teneva fissata la stanghetta si è persa in cortile. Gli occhiali caduti, la telefonata della maestra, la cura con cui la custode ha riposto la montatura in un tovagliolo di carta per salvare le lenti.
Oggi è toccato a mio marito. Sveglio all’alba, l’ho sentito da sotto le coperte soffocare un «No!» in cucina. Quando mi sono alzata, ho trovato i cocci vicino alla tazzina del caffè.
E poi c’è lei, che gli occhiali li porta con disinvoltura dal primo giorno. Lenti sempre pulite, mai nemmeno un graffio. Ieri sera mi ha confidato che in questo anno scolastico ha imparato molte cose. Una su tutte, che basta una montatura nuova per perdere quella che pensavi fosse la tua migliore amica. L’ha detto con naturalezza, gli occhiali lilla ben piantati sul naso. Non li ha lasciati a casa nemmeno un giorno. Anzi, ci ha abbinato con orgoglio la mascherina.