Succede sempre così. Di solito è sera, la cena sul fuoco, e il pensiero che corre alle incombenze del giorno dopo. «Avrò fatto tutti i compiti?». Se il dubbio viene a M., anche G. vorrà dare una controllatina.
La verifica sui compiti rivela sempre una mancanza, un’interpretazione fragile delle indicazioni ricevute o una copertina di quaderno, foglio protocollo, ricarica Frixion assente. Gli anni passano eppure io continuo a farmi prendere dall’ansia. Posso dimenticare il pranzo o l’agenda degli appuntamenti, ma guai se i due si trovano in classe senza. E allora metti gambe, la sveglia mezz’ora prima per la cartoleria, chiama l’amica, «Ce l’hai una ricarica? Te la compro domani».
Mi fa una tenerezza, quest’anno, il continuo ripetersi della ripartenza. Non sai quanto durerà, l’equilibrio è precario, eppure c’è una dedizione assoluta nel ricucire ogni volta il filo della scuola. Zaini stipati di libri e quaderni, righelli, colla, forbici e gomma. Cuori emozionati di bambini, occhi di genitori che si ritrovano, testimoni insieme di figli che crescono.