Da bambina era il tè con i biscotti. I Plasmon da scioglierci dentro quando ero malata, la confezione sul tavolo al rientro da scuola. Quelli secchi di pasticceria se si andava dalla prozia: il rito lungo con la teiera della domenica e la certezza che ti stesse aspettando da tutto il giorno.
Oggi è la pausa tra una sessione e l’altra di lavoro o lezione. Non la metti più in cartella ma in casa non deve mancare. M. e G. non amano il tè, prediligono l’infuso ai frutti rossi. Al posto dei biscotti, variazioni sul tema. La tazza di fronte, le porzioni eque al millimetro, è il momento della condivisione massima. Il mio preferito in assoluto. Perché di tutte le domande che G. mi pone ogni giorno, ce n’è soltanto una a cui non mi potrò mai sottrarre. Che cosa c’è di merenda?